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28/04/2022
Il corredo della nonna è il simbolo di un'epoca. Testimone di un legame tramandato con pazienza e saggezza dalle donne della famiglia, di generazione in generazione, il corredo racconta la storia di una casa – spesso, di una dinastia.
Custodito gelosamente per anni in bauli sigillati come scrigni, a un certo punto della vita compare nella storia di molte donne e si rivela, spesso, una generosa e raffinata collezione di tessuti di lino pregiato, seta, organza, canapa: lenzuola, asciugamani, tovaglie e tovaglioli, lavette per gli ospiti, pannolini, tutti esemplari unici, che conservano ancora il profumo del tempo.
In quelle stoffe conserviamo il ricordo di nonne e bisnonne, spesso giovani vedove, vestite a lutto per una vita intera, che risparmiavano per mettere insieme, chine sui telai di legno, la "dote" delle figlie femmine: ciò che avrebbero potuto portare nella casa del marito, una volta sposate.
Oggi, spesso, di questi bauli carichi di "vecchie stoffe ingiallite" non sappiamo che farcene: paccottiglia che ingombra gli spazi utili della casa, zavorra da trasportare a ogni trasloco. Eppure, sono le tracce dei nostri antenati; rappresentano i ricordi, gli affetti, la nostra storia: l'idea di sbarazzarcene ci mette a disagio.
Come fargli posto nella nostra vita?
Gli antichi tessuti del corredo possono rinascere nelle nostre case di oggi in forme che a volte nemmeno ci immaginiamo. In che modo? Te lo racconto attingendo a piene mani alla mia esperienza di Home Stylist.
Per questo articolo ho selezionato tre progetti tessili che ho curato per tre diverse clienti, ciascuna con la propria storia… e il proprio baule della nonna.
Federica aveva ereditato da nonna Nina dei bellissimi tessuti in fibra naturale, chiusi in un baule nell’attesa di trovare posto in casa. Ne avevamo già valutato insieme il riutilizzo nel progetto relativo a tutti i tendaggi della sua casa, ma la quantità disponibile non si era rivelata sufficiente a coprire le necessità del progetto.
Che farne, dunque? La tentazione di sbarazzarsene era comprensibile, ma io ho suggerito di aspettare ancora un po': avremmo trovato l'occasione di riportare in vita quel piccolo tesoro.
L'occasione si è presentata grazie al tavolo oversize di Federica: mancava una tovaglia adatta a valorizzarlo. Ne serviva una che fosse un pezzo unico, irriproducibile, che potesse raccontare una storia personale. Era finalmente arrivato il momento di aprire il baule di nonna Nina…
Ho quindi sviluppato la mia proposta: un set di quattro runner, utilizzabili da soli oppure insieme se uniti con bottoni e asole, creando una tovaglia unica.
Il primo dettaglio speciale è nei bottoni: li ho recuperati da un regalo ricevuto dalla mamma di un mio caro amico, la quale aveva da poco chiuso la sua attività di merceria. Un'artigiana, seguendo il mio progetto, ha completato l'opera.
Il secondo dettaglio sta nelle finiture laterali dei runner, che hanno le cimose del tessuto: non occorre nessun altro tipo di orlo, solo ed esclusivamente le meravigliose cimose dei tessuti antichi!
Naturalmente, nei progetti tessili includo sempre il servizio del lavaggio prima di arrivare al confezionamento finale.
Se manca la reinterpretazione, infatti, tutto il fascino del tempo che questi tessuti si portano addosso smette di essere un pregio e diventa piuttosto un peso, perché si rischia di creare un disaccordo con gli arredi più attuali del resto della casa: non sarebbe un eccentrico contrasto da sfoggiare, ma piuttosto soltanto un brutto miscuglio inconsapevole di stili.
Armonizzare, legare, equilibrare elementi lontani tra loro, invece, è la soluzione per creare un ambiente senza tempo.
Ma il baule di nonna Nina riservava ancora tante meraviglie da poter onorare in nuove e inattese creazioni.
Così ho proposto a Federica di tingere delle lenzuola di lino per farne una tovaglia bordata e ricamata con filo in cotone e nappine (rimovibili per il lavaggio).
Il risultato è una tavola elegantissima, moderna, che però trattiene tutto il fascino dell'antico.
Valentina aveva ereditato dalla nonna Maria e dalla zia Anna dei bauli di corredi e tessuti. Alcuni di questi, appartenuti alla trisavola, avevano addirittura un secolo di vita.
Purtroppo, i locali dove Valentina custodiva questi tesori avevano subito dei danni in seguito a un’alluvione: molto era andato perso, ma molto si era salvato. Così, Valentina mi ha chiamato e raccontato tutta la storia, chiedendomi aiuto per dare nuova vita ai suoi preziosi ricordi.
Progetti come questo mi entusiasmano molto, perché aprire questi scrigni è una grande e delicata responsabilità: c'è un vissuto che riemerge dal passato per trovare nuovo posto nel presente, una memoria da rispettare e trattare con cura e grazia.
Uno dei bauli conteneva rotoli di lino e canapa tessuti a mano; ogni rotolo era sigillato da un cordino con un fiocco e a una delle estremità c'erano delle cifre. Si tratta di tessuti che anticamente venivano realizzati al telaio a mano per confezionare "la dote" che, come abbiamo detto all'inizio, la donna portava con sé quando si sposava.
Con l'idea di reinterpretare la tradizione d'un tempo, da quei rotoli per realizzare le lenzuola ho creato delle tende informali.
È sempre essenziale lavare i teli con cura prima di iniziare un lavoro di questo tipo, perché i molti anni trascorsi nei bauli lasciano dei brutti segni, a volte indelebili. Tutte le clienti con cui ho avuto il piacere di lavorare sanno bene che non devono preoccuparsi del lavaggio preliminare: penso a tutto io!
Adoro veder rinascere i tessuti. La loro bellezza, per me, è nella loro irregolarità di tessitura e nelle incantevoli cimose che rifiniscono i teli nella loro larghezza.
Nel mio progetto, l'idea è stata di lasciare liberi e indipendenti questi teli e valorizzare le cimose, per cui i teli sono confezionati solo nella parte alta dove si cuce una fascia per agevolare lo scorrimento della tenda e un piccolo orlino a terra.
Francesca è arrivata da me con il suo architetto e l'ultimo argomento da affrontare nel progetto della sua casa: le tende. Cercavano delle tende da realizzare con fibre naturali ma che avessero qualcosa di personale e unico. Siamo andati perciò a rovistare nel corredo lasciato dalla suocera Lucia…
C'erano lenzuola ricamate, raffinate ed eleganti che valeva la pena mostrare al mondo! Tuttavia, Francesca aveva espresso la sua ferma intenzione di non destinare le lenzuola della suocera al proprio letto.
Coinvolgo sempre le mie clienti nello sviluppo e nella costruzione del progetto, e soprattutto ne considero sacri i desideri. Così, insieme, abbiamo fatto una valutazione delle lenzuola in base alle misure che avevamo e abbiamo deciso di farne una tenda in due pezzi unici, creando bordi e balze.
Se anche tu, come Federica, Valentina e Francesca, hai un baule colmo di preziosi ricordi tessili e vuoi il mio aiuto per trattarli come meritano, io sono qui.
Dai un'occhiata a questa consulenza online sui tessili e contattami per saperne di più.
Intanto, grazie per avermi letto e arrivederci a maggio con il prossimo articolo.
Romina Iagatti